di FILIPPO FORNERO
CASELETTE – Come sapete sono passati sette anni da quella che oserei chiamare “una perdita” per tutti i cittadini caselettesi e per tutta la Valsusa, ovvero, il Castello Cays. Il 21 maggio 2021 si è tenuto tra soprintendenza, proprietà e Comune un sopralluogo per verificare i lavori urgenti da eseguire a questo bene culturale, ricordiamo non solo per la comunità locale ma per l’intera valle.
In questo sopralluogo sono emerse incongruenze e criticità che vi elenco:
1) Presenza eccessiva di vegetazione a ridosso della cinta muraria che invadono le proprietà private.
2) Presenza di vegetazione infestante in corrispondenza del cortile e sul terrazzo lungo il lato sud.
3) Presenza di vegetazione rampicante sulle superfici murarie del Castello stesso.
Per i quali è stato concordato un ripristino tempestivo delle condizioni di sicurezza, sono stati poi concordati alcuni scenari di intervento:
1) Opere finalizzate alla fruizione parziale del parco e alla messa in sicurezza di percorsi e punti panoramici.
2) Progetti di recupero complessivo dell’area parco.
Per questioni di carattere logistico ed organizzativo gli interventi più urgenti sono stati suddivisi in tre fasi attuabili nei mesi di giugno e luglio 2021. Per le opere finalizzate alla fruizione parziale del parco e dei percorsi/punti panoramici gli interventi risulteranno attuabili nell’autunno 2021, ovvero durante il periodo di quiescenza invernale. Questa era parte della relazione del sopralluogo che c’è stato a maggio 2021, ma ad oggi non si è fatto ancora nulla o solo in minima parte, nonostante un accordo scritto e firmato da tutti e tre i soggetti.
In queste settimane ho avuto la fortuna di poter dibattere con un amministratore locale su questo argomento, vi scrivo qui sotto le tematiche che sono uscite. Ho chiesto perché tutto quanto scritto nell’accordo non sia stato fatto, o solo in minima parte, poi ho ribadito il concetto che è rimasto “un vuoto” per molti caselettesi, da quando il castello è stato ceduto per 300.000 euro. La proprietà in questo momento è ferma per l’aumento dei costi dell’edilizia. Le risposte sono state le seguenti.
IO: Sì, ma sono passati 7 anni, poteva farlo molto prima, era stato dichiarato che ci avrebbero messo due anni.
RISPOSTA: A parte che all’epoca non avevamo quei soldi da spendere, ma poi la gestione chi la faceva? Quanto ci costa? Poi per fare che cosa? Lo devi ristrutturare, lo devi ogni anno pulire (ci sono sempre stati gli amici del Castello per questo….) e i soldi dove li prendi?
IO: Quando si hanno progetti nel cassetto e cerchi insistentemente i finanziamenti, arrivano prima o poi, i finanziamenti non te li portano a casa con il camion, si devono cercare.
RISPOSTA: Ma non è vero.
IO: Se andiamo a vedere in giro per l’Italia, troviamo molte strutture culturali e castelli che sono stati interamente oppure in parte finanziati dall’Unione Europea, alcuni esempi. Forte di Bard, Castello Manservisi e fatta anche relativa area di museo, Villa Braghieri, Castello di Avio, Castello di Milazzo (con lentezza ma ci sono riusciti), varie fortezze e castelli nel Trapanese, Chiusa San Michele (con il PNRR è riuscita ad ottenere molti contributi per la Sacra) ed altre strutture in Valsusa e altre centinaia di strutture sparse per l’Italia.
RISPOSTA: Ma sì, qualcuno si. Però poi spesso, anche se vengono ristrutturati, non sanno che farsene. Non è solo una questione di trovare i soldi che è già difficile.
IO: Non è difficile, se solo si cercassero accuratamente, si trova anche un modo per far sì che ci sia un introito economico a livello culturale (per le spese di mantenimento). Guardiamo il Forte di Bard, prima di ristrutturarlo a Bard la consideravano meno, ma da quando è stata fatta quella massiccia ristrutturazione l’economia di Bard è un po’ cambiata, no?
RISPOSTA: Poi c’è il problema della gestione, che costa soldi, chi lo fa? Nell’immaginario collettivo sembra tutto semplice, ma non è così, avremmo dovuto alzare le tasse dei cittadini per mantenere quella struttura.
IO: Volendo lo si poteva comprare e poi dare in gestione, così l’immobile rimaneva di proprietà comunale…se trovi i finanziamenti, non devi alzare le tasse dei cittadini, è una questione di amore verso il proprio paese, quindi un piccolo sforzo (come già si è fatto per altre cose) si poteva fare.
Tutto questo è per ribadire che sette anni fa ancora una volta i cittadini avevano ragione, ma non sono stati ascoltati, le soluzioni c’erano e ci sono ancora oggi, immaginatevi i progetti che si sarebbero potuti fare all’ingresso della Valsusa.
Gli amministratori comunali che hanno dato il loro voto favorevole a non esercitare il diritto di prelazione, avranno per sempre sulla coscienza quanto hanno deliberatamente approvato.
Mi spiace scrivere le cose, eppure non vengono mai organizzate serate d’incontro dove l’amministrazione locale si confronti con i cittadini sui problemi reali del paese. E qui lo dico, ogni amministrazione seguente avrà il dovere di riportare il Castello Cays nelle proprie mani, e non lasciarlo crollare, forza!!
A parole è tutto semplice, ma la gestione di una struttura del genere è costosa e soprattutto continua. E poi cosa poteva diventare? Un museo? Un centro per cerimonie tipo “Il Castello delle cerimonie” della famosa serie tv? Una birreria tipo il Feudo? Ripeto oggi è facile dare fiato alla bocca ma servono interventi più vasti per gestire strutture del genere, un comune medio piccolo non può e ai cittadini sicuramente non interessa, tanti non sanno nemmeno che c’è……
Le soluzione ci sono e ci sono sempre state, basta avere la voglia, anche di metterci la faccia.
Un altro bel leoncino da tastiera con il nome falsificato, bravo!
Il problema più grosso che ci sono state delle proposte avanzate verso di loro, risposte quali sono state? sempre le solite risposte che non concludono nulla
Non basta sapersi muovere fra i No TAV e il PD torinese per essere un buon amministratore.
Muoversi fra No TAV e Torino serve forse per farsi rieleggere in comune in valle.
Dopo il secondo mandato si ci inventerà come piazzarsi in Regione con il PD, in provincia come mediatore fra No TAV e PD, o in qualche partecipata pubblica di valle con aiuto dei No TAV.
Del castello cosa ci importa….
Caro Filippo, visto che sai tutto, perché non li trovi tu i soldi? Perché non lo gestisci tu? Tanto a sentire gente come te è tutto facile: basta fare questo e fare quello. Ma che lo facciano altri.
Non so tutto io, è il popolo che dice questo non solo io, vedo che come loro non hanno voluto metterci la faccia con il Castello anche tu “ARMIAMOCI E PARTITE” non ci vuoi mettere la faccia, con un nome falso… vi ripeto voi siete fissati da anni che siano 2 gatti a sostenere queste cose mentre invece non è così
“è il popolo che dice questo”? È serio o cosa? I cittadini (e non il popolo) vogliono che il comune faccia scelte che siano ragionate e sostenibili che non gravino in modo ingiustificato sui contribuenti. Ci tiene tanto al Castello? Se lo compri e ne faccia quello che vuole. Se ha proposte concrete che non siano solo chiacchiericcio da social le faccia. Altrimenti la pianti di fare l’italiano medio che non ha mai amministrato nulla (pubblico e non) ma ha sempre la verità in tasca su cosa gli altri dovevano fare o non fare. Non se ne può più di sapientoni da tastiera.
Ancora non molla eh… Il chiacchiericcio lo fai lei non di certo io, ripeto almeno ci metto la faccia non come lei… Armiamoci e partite, erano i cittadini contrari a questo, non solo in pochi come alcuni sostengono, se lei ha dei problemi di memoria e non si ricorda bene c’è tutta la documentazione del caso a riguardo eh… Non sono polemiche, a suo tempo ci sono state tante proposte ma tante eppure qui come sempre si fa quel che si vuole, come i politici medi in Italia, ascolto verso il popolo 0
Ma a me che lei ci metta la faccia per scrivere una marea di stupidaggini prive di senso frega ben poco. Così come mi frega ben poco che ci fosse qualche cittadino contrario. Fare gli splendidi con i soldi degli altri sono bravi tutti. Il suo resta chiacchiericcio da parte di chi non ha la minima idea di cosa voglia dire amministrare un bene pubblico. E lo scrivo per l’ultima volta: ci chiamiamo cittadini, non popolo.
«Popolo» è un sostantivo singolare, a differenza di «cittadini» e di «elettori» che sono plurali, e quindi presuppongono il pluralismo, nel senso che ogni cittadino, ogni elettore, la pensa a modo suo. Nel «popolo», invece, non c’è tutta questa libertà, è un termine collettivo, tutti quelli che fanno parte del «popolo» sono considerati uguali, una massa indistinta. Ecco perché i regimi autoritari hanno sempre fatto riferimento al «popolo», mentre le democrazie ai «cittadini».
Non so tutto io, è il popolo che dice questo non solo io, vedo che come loro non hanno voluto metterci la faccia con il Castello anche tu “ARMIAMOCI E PARTITE” non ci vuoi mettere la faccia, con un nome falso… vi ripeto voi siete fissati da anni che siano 2 gatti a sostenere queste cose mentre invece non è così