di AMEDEO MACAGNO
Usufruire dell’ospedale di Briancon per i residenti dell’ alta valle di Susa, con il sostegno della nostra Asl come si faceva una volta? Ancora difficile da dirsi. Ma il tema rimane vivo. Se ne parla da tempo anche dalle pagine di Valsusaoggi, dopo che la “storica convenzione” con la struttura sanitaria d’Oltralpe risulta ormai nulla. Risultato: quei pochi che hanno potuto usufruito ultimamente dell’ospedale transfrontaliero, si sono trovati davanti ad una serie di complicanze burocratiche e molti di loro hanno dovuto mettere mano ai portafogli. A questo proposito c’era stata la proposta di una raccolta di firme in tutti i Comuni per riavere il semplice e libero accesso all’ospedale di frontiera con il sostegno economico dell’Asl. Poi a maggio dell’anno scorso, ecco l’incontro tra i sindaci dell’alta valle con i vertici dell’Asl To3 per capire di più sulla questione. In quell’occasione si era parlato di autorizzazioni preventive, di possibili rifiuti qualora si riuscisse a garantire le prestazioni richieste in Italia, di classe di priorità, di vademecum per le cure all’estero. E di tanto altro, per regolamentare al meglio la sanità transfrontaliera. Il tutto con tanto di plauso delle autorità politiche locali e regionali. Ma non del rispristino della vecchia convenzione che era parsa addirittura una questione chiusa. Sulla questione era intervenuto anche il sindaco di Briançon, Arnaud Murgia, che aveva parlato di Quirinale dove pare potesse essere applicato un trattato “ad hoc” per una migliore cooperazione tra le parti. Insomma un gran polverone con un nulla di fatto per i residenti in alta valle Susa che attualmente, salvo emergenze, per farsi curare a Briançon devono chiedere una speciale autorizzazione preventiva che però può essere negata all’Asl e accettata solo quando l’Asl non è in grado di offrire medesime cure/prestazioni. Solo in questo caso, in un secondo tempo , il paziente verrà rimborsato. Questione chiusa. Ma poi mesi or sono, in alcuni programmi elettorali, tra cui spicca quello del riconfermato sindaco di Sauze d’Oulx Mauro Meneguzzi, si prometteva l’impegno per la stipula di una nuova convenzione con Briançon, al fine di risolvere la faccenda. E così oggi sono in molti a chiedersi a che punto siamo? E soprattutto se la questione rimane aperta. Sarà di nuovo possibile fruire liberamente dell’ospedale d’Oltralpe, con un semplice sostegno dell’Asl locale, proprio come una volta? Secondo alcune indiscrezioni pare proprio di si. Ma le bocche rimangono ancora cucite. Certo è che sia a livello politico locale e regionale, grazie all’interessamento dei sindaci e di alcuni sanitari, che operano in Italia e in Francia qualcosa si sta muovendo. Quindi il tema rimane vivo. E non è escluso che a breve ci siamo delle importanti novità volte al ripristino della tanto desiderata vecchia convenzione con l’ospedale Briançon.
Che complicazione ,tante promesse ma le nostre istituzioni devono pagare , sé in Francia la sanità funziona perché opera senza sprechi e deve come il privato essere pagata ,devono pagare anche l’ arretrato e non sanno dove attingere ,la solita commedia tra regioni e stato per pagare il banchetto , la mangiatoia
Gli abitanti dell’alta valle susa sono diversi rispetto a quelli della alta val pellice, della alta valle orco o di qualunque altra alta vallata piemontese? Per quale motivo la regione piemonte dovrebbe mettere a bilancio maggiori spese sanitarie per una piccola porzione di territorio, magari tagliando ulteriori servizi a zone marginali?