dalla CITTÀ METROPOLITANA DI TORINO
AVIGLIANA – È stato sottoscritto martedì 30 maggio, nella sala consiliare del Comune, il “Contratto di lago del bacino dei Laghi di Avigliana”. Presenti il vicesindaco, i sindaci e gli assessori degli altri Comuni coinvolti (Giaveno, Sant’Ambrogio, Trana), l’assessore regionale all’Ambiente, la consigliera metropolitana delegata all’Ambiente e il presidente dell’Ente di gestione delle aree protette delle Alpi Cozie.
Il Contratto di fiume o di lago è un tavolo condiviso tra soggetti pubblici e privati per l’analisi e la gestione dei problemi che si possono manifestare lungo tutto il corso del fiume o attorno al lago, con l’obiettivo di promuovere azioni di riqualificazione ambientale. A partire dal 2009, sono già stati sottoscritti il Contratto di fiume del Sangone e il Contratto di lago di Viverone, mentre sono stati attivati quelli di fiume della Stura di Lanzo e del Pellice.
Ora, con la firma del 30 maggio inizia la fase di attuazione del Contratto di lago di Avigliana, durante la quale sarà realizzato quanto è contenuto nel Piano d’azione, che presenta tre linee strategiche: tutela e riqualificazione dei laghi, riqualificazione territoriale del bacino, promozione, fruizione e valorizzazione economica dell’area. Obiettivi specifici saranno, ad esempio, la riduzione dell’eutrofizzazione delle acque e la promozione dell’ecoturismo.
Il concetto di “Contratto di fiume e di lago” è stato utilizzato per la prima volta nell’ambito del 2° Forum mondiale sull’acqua, tenutosi a L’Aia nel marzo del 2000, e ripreso dalla direttiva-quadro europea sulle acque 2000/60/CE. Con tale strumento, in particolare si stabilisce un sistema di regole che mette sullo stesso piano criteri di utilità pubblica, rendimento economico, valore sociale e sostenibilità ambientale, nella ricerca di soluzioni efficaci per la riqualificazione di un bacino fluviale o lacustre al fine del raggiungimento degli obiettivi di qualità previsti dalla direttiva stessa.
In sostanza, un Contratto di fiume o di lago è un accordo volontario che prevede una serie di atti operativi, concertati fra chi gestisce la risorsa e il territorio (strutture di governo), i cittadini e i rappresentanti delle categorie che hanno interessi legati ai territori fluviali (stakeholders o portatori di interesse) come agricoltori, industriali, pescatori, canoisti, associazioni ambientaliste e altri ancora.