VIOLENZA ALLE DONNE: 156 CASI NELL’ASL TO3, A CONDOVE UNO DEGLI ULTIMI EPISODI

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CONDOVE – Uomini vigliacchi, che aggrediscono le donne, o che in casi estremi le uccidono, come avvenuto alla povera Giulia. Problemi che non sono lontani dala Valsusa, ma spesso vicinissimi. Questi ominicchi, sovente, si presentano nei nostri paesi come “brave persone”, ottimi “padri di famiglia” con più figli, o spacciandosi per “professionisti”. Per poi rivelarsi degli aguzzini vigliacchi. Uno degli ultimi casi è avvenuto a Condove, dove una donna con figli è dovuta andare al pronto soccorso dopo l’aggressione subita dal marito, in procinto di separazione. A lei sono stati dati 10 giorni di prognosi. È scattato il codice rosa di protezione e “l’uomo”, se così si può definire, è stato denunciato. Da gennaio a novembre 2023 sono state 156 le donne che sono andate in pronto soccorso o nei punti di primo intervento dell’Asl To3 (Rivoli, Susa, Avigliana, Giaveno, Pinerolo e Venaria) per violenze nelle relazioni intime e/o di natura sessuale. Numeri che devono farci riflettere.

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13 COMMENTI

  1. Solitamente un uomo (d’ora in poi lo chiameremo PUSILLANIME) quando è frustrato pensa di sfogarsi con una donna, perché nella vita sociale, lavorativa e interpersonale è un FALLITO. Il Pusillanime è affetto da codardia, perché non ha il coraggio di prendersela con un UOMO VERO, prenderebbe solo degli schiaffi, il pusillanime ha bisogno di una persona più debole, meglio se la sorprende alle spalle perché la codardia è il suo stile di vita…
    Ammazzare una donna o fargli del male è solo da PUSILLANIMI !!!, bisognerebbe castrarli fisicamente, peccato che non abbiamo neanche i testicoli….

      • Ovvio, si può dire, che la maggioranza degli uomini non usa la violenza contro le donne, almeno non quella fisica. E direi, che considerando l’educazione maschilista ricevuta, è già un miracolo! Con l’educazione maschilista mi riferisco a molte MADRI, quelle grandissime CAPRE, che ogni volta che la cronaca parla di una donna violentata, fanno commenti del tipo: “Eh, quando una esce di sera con la minigonna, è normale che la violentano!”…Io per quel “è normale” perdo le staffe ogni volta, da 40 anni che vivo in Italia…

    • Se l’uomo è legato, intendo fisicamente, o infermo, senza potersi sottrare alla violenza psicologica o fisica della donna, allora vale lo stesso discorso, il poveretto va salvato e la donna, se si era comportata da aguzzina, andrebbe chiusa in gabbia. Altrimenti, un uomo può sempre andarsene, divorziando dalla compagna se questa risulta insopportabile. Non certo di ucciderla! Perché sono molto rari i casi, dove è la donna ad uccidere il marito o persino un ex – è successo, ma vogliamo parlare dei numeri? Quindi, per cortesia, “Rossi Mario”, smetta di proferire certe stupide provocazioni.

  2. Mi aspettavo prima un articolo che parlasse di questo argomento però, alla fine qualcuno l’ha scritto.
    Signor rossi Mario, comunque si metta la vicenda e al di le delle personalità dei protagonisti le reazione violenta ad una provocazione ci mette a noi uomini dalla parte del torto, dobbiamo rispondere con l’intelligenza a certe donne provocatrici e avere il coraggio di interrompere una storia compromessa, il coraggio di cavarcela da soli, il coraggio di dire “io non ho bisogno di te”…..solo che noi uomini spesso ci abituiamo ad una situazione di comodo che sarebbe dannoso perderla, con la violenza non si risolve nulla.

  3. Secondo il giudice penale, integra il reato di violenza privata, di cui all’art. 610 c.p., la condotta di colui che, avendo parcheggiato l’auto in maniera da ostruire l’ingresso al garage condominiale, si rifiuti di rimuoverla nonostante la richiesta della persona offesa.

  4. La violenza è violenza . Ho lavorato come dipendente , sotto una donna cattiva nell’ anima e vi assicuro che quando uno è cattivo non fa differenza tra omo e dona.

  5. Si Leonida, ho lavorato anch,io con una collega dirigente di un ente pubblico, ebbene la collega in caso di mancanze
    non esitava a riprendere in modo arrogante e mortificante i suoi sottoposti e in particolare con le impiegate, tam
    nto che le medesime più volte venivano da me con lacrimoni

    Si Leonida, ho lavorato in un ente pubblico a livello dirigenziale ma in settori diversi, con una collega la quale in caso di errori o mancanze dei suoi sottoposti, non esitava a riprendere in modo mortificante e aggressivo soprattutto le donne, tanto che più di una volta qualcuna è venuta da me in lacrime per sfogarsi o cercare in quache modo un conforto.

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